La stilista britannica che porta la moda adattiva in passerella
A settembre del 2022 una clip della sfilata di debutto di Chamiah Dewey alla London Fashion Week è diventata virale su TikTok e ha fatto luce su un’enorme lacuna in quello che in molti pensavano fosse un settore che, lentamente, stesse diventando più inclusivo. La sfilata della stilista britannica Dewey includeva modelle con nanismo, in sedia a rotelle, con problemi di mobilità e affette da osteogenesi imperfetta. Tutte le donne erano sotto 1,50 m di altezza, una comunità enormemente sottorappresentata sulle passerelle.
Con un interesse precoce verso la moda e un background artistico, non sorprende che Dewey abbia scelto una carriera come stilista. Ma il suo obiettivo lo ha trovato facendo volontariato per un programma giovanile nel 2018, dove ha conosciuto una volontaria affetta da acondroplasia, la forma più diffusa di nanismo, e si è resa conto di come l’industria della moda ignorasse completamente le persone con disabilità.
“All’epoca c’era solo un brand in Germania che lo faceva, ma i suoi capi erano abbastanza semplici e costosi”, spiega Dewey. Si è quindi sentita di dover creare dei capi convenienti ma anche alla moda, sebbene, in quanto persona con un’altezza nella media, provasse sentimenti contrastanti. “All’inizio non ero sicura di come avrei approcciato le persone... ho dovuto imparare i termini giusti”, afferma.
Quindi, negli anni precedenti al lancio del suo marchio eponimo nel 2021, la ora ventiquattrenne si è occupata di condurre delle ricerche esaustive. Quando era ancora una studentessa presso il London College of Fashion, ha intervistato donne affette da nanismo, ha creato il primo manichino sartoriale al mondo con le forme di una donna con acondroplasia, e ha pubblicato dei libri di modelli per dimostrare che anche le persone di bassa statura appartenevano agli spazi della moda. L’autenticità e la dedizione di Dewey verso la moda adattabile è ciò che alla fine le ha fatto guadagnare l’appoggio della comunità. Da allora ha lanciato collezioni di abbigliamento da casa, abiti da sposa, scarpe e capi da uomo.
Tuttavia, questo livello di rappresentazione continua a essere carente in tutti i campi creativi e garantirsi un sostegno finanziario continuo rimane un ostacolo. Ciò che conta però, secondo Dewey, è una maggiore visibilità che è essenziale per vedere un cambiamento. “Un quarto della popolazione è disabile, eppure solo il 4% delle persone nei media è disabile. È questo il problema principale”.
Yelena Grelet è una giornalista freelance che vive a Londra