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Issue #022 Il monaco che si trucca
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Image of Buddhist monk and makeup artist Kodo Nishimura © Ogata, 2022 @ogata_photo

Il monaco che si trucca

Kodo Nishimura adora il trucco, i bei vestiti e servire la comunità buddhista in veste di monaco nel tempio dove è cresciuto. Ti sembra una contraddizione? Anche se è comune che i monaci trovino lavoro al di fuori del tempio, in pochi frequentano la Parsons School of Design di New York, truccano clienti come Chloe x Halle, o compaiono su Queer Eye: We’re In Japan!.

Nishimura iniziò a lavorare come make-up artist di professione poco dopo essere arrivato negli USA. Da studente solitario qual era, si offrì di truccare una persona che conosceva, anche lei in difficoltà. Scoprì così che i risultati del make-up duravano ben più a lungo di una serata. È un concetto, questo, che cerca di inserire nelle sue lezioni di make-up inclusivo. 

“La cosa interessante è che, anche dopo aver tolto il trucco, [alla persona che avevo truccato] era rimasto un senso di sicurezza in sé stessa”, ricorda. “Era qualcosa di incoraggiante che mi è rimasto nel cuore. Ho capito che anch’io potevo sentirmi bello. Che potevo sentirmi potente. E se avessi studiato make-up e perfezionato le tecniche di applicazione di ombretti e fondotinta, non solo avrei potuto far sentire meglio [le persone intorno a me] e quelle che mi vedono senza discriminarmi, ma mi sarei anche potuto sentire bello e utile”.

L’idea di imparare ad abbracciare tutti gli elementi della sua personalità, ciò che lui stesso chiama l’incarnazione di valori culturali tradizionali e moderni, ha portato Nishimura a scrivere This Monk Wears Heels: Be Who You Are, un’autobiografia in cui descrive la sua istruzione in America, l’importanza delle sue radici giapponesi e la sua formazione religiosa. A dettare questa decisione è stato soprattutto il fatto di aver trascurato il buddhismo per tanto tempo.

“Mia madre, che insegna pianoforte, mi disse: ‘Se dici di odiare Mozart, devi prima suonare la sua musica’”, racconta. “[Solo dopo] potrai fare un’analisi valida”. Lo stesso si è dimostrato vero durante la sua formazione per diventare monaco, culminata con la sua ordinazione nel 2015. “[Prima di questo] non ne sapevo molto del Buddhismo, [quindi] avevo molti dubbi e insicurezze”. Ma attraverso il processo di ordinazione, Nishimura ha trovato una pace inaspettata, e una comunità pronta ad accettarlo invece di condannare la sua sessualità, la sua carriera o il suo aspetto. E questo è un messaggio di accettazione che continuerà a ripetere a nome di tutta la comunità LGBTQIA+.

“Sono un leader religioso” aggiunge con enfasi. “E vi dico, da una prospettiva buddhista, che tutte le persone hanno lo stesso valore”. 

Laura Studarus vive a Los Angeles ed è una giornalista di viaggio che ha collaborato con BBC, Thrillist, Vice e Marie Claire 

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